Mi sono alzata con la luna di traverso. Il mio amico Beppe dice che io sono una donna solare lunatica, lo diceva anche la mia maestra delle elementari e mi esortava a lasciare la “luna in cielo”. Oggi è la Vigilia di Natale e nei miei ricordi di bambina ci sono tantissime vigilie spese in famiglia, a Villa Elena (che era la nostra casa), col caminetto acceso, il parquet della sala da pranzo piccola che scricchiolava, le pareti dipinte di beige con disegni finta tappezzeria marrone scuro, i festoni appesi alle alte finestre rettangolari, una grande tavolata che esondava cibo rigorosamente di magro (l’anguilla con i piselli, fritta, in umido, alla brace, i tortelli di zucca o di spinaci, lo sgombro, i pesciolini in carpione, etc etc). Dopo cena si lasciava tutto apparecchiato perché durante notte sarebbe passata la Madonna con San Giuseppe e almeno avrebbe trovato qualcosa di buono. Mentre si cenava spesso accadeva che arrivasse un gruppo di “cantori” che intonavano le tradizionali canzoni di Natale, come si vede nei film americani.
Da anni non rispetto più le tradizioni della mia famiglia, credo sia da quando i miei nonni non ci sono più, e credo sia un vero peccato ma i tempi sono cambiati e io non sento più quella magia, sarà l’età!
Ho deciso di riportare la “luna” al suo posto e di evitare di pensare a quello che non ho (e mentre scrivo canticchio la canzone di De André quello che non ho è quel che non mi manca) e poi passo direttamente ad Astro de ciel!

Il Covid 19 mi ha intimato di allargare il tempo: il tempo ha senso di esistere solo quando lo riempio di emozioni; in caso contrario, non è altro che il movimento delle lancette di un orologio. Ho deciso di impegnarmi a vivere ogni giorno maniera straordinaria. Ho pensato di imparare a non lamentarmi più di tanto ed a convivere con questa nuova quotidianità. Mi aspetto ed auguro a tutti di riprendere a guadagnare, di ricominciare a sorridere da dentro, di ritrovare la serenità e la consapevolezza di aver davanti una nuova normalità. Domani è Natale, caspiterina, e per i Cristiani è un momento per festeggiare la nascita di Gesù; ha lo scopo di portare un messaggio di pace e speranza spesso messo in ombra da tutto il contorno legato a questa festa.
Dentro di me vorrei tanto che fosse, anche se per pochi istanti, un Natale normale, per rendere felici i bambini che attendono per tutto l’anno questo giorno. So per certo che Babbo Natale per i più piccini è come un super eroe vestito di rosso che può esaudire tutti i loro desideri. Quest’anno non ci sarà il momento in cui ogni bambino potrà parlare a tu per tu con Lui, Babbo Natale arriverà comunque nelle case a portare i regali ma lo farà senza farsi vedere, senza avere contatti con nessuno perché Lui è anziano e, come i nostri nonni, va protetto! Ma in fondo me lo immagino sul tetto che prova ad entrare nel camino con la mascherina e la panza!

Dopo la visione di Babbo Natale con la mascherina, impiego un attimo ad immaginare un pranzo di Natale in solitaria davanti alla TV oppure ad un PC con Skype; purtroppo molti saranno soli, lontani dalla famiglia e dagli amici. Non sarà il Natale degli abbracci e delle grandi tavolate, ma del rispetto delle regole e della vita, quella degli altri, oltre che della nostra. Natale è solitamente fatto di atmosfera, di gesti, di persone; domani in particolare, sarà difficile per molti, sia a causa dei troppi vuoti causati dal virus, sia per la mancanza di vicinanza sociale.
Questo del 2020 è un Natale sicuramente diverso e mi ritengo fortunata: per ora la mia famiglia è in buona salute, ho una casa, cibo (anche troppo), libri, un computer, telefono, Netflix e wifi; potrebbe andarmi peggio e non credo sia necessario che io spieghi il perché.
Il 2020 è stato per tutti un anno particolarmente intenso e complesso, stravolto da una pandemia mondiale che ha trasformato le nostre vite, che ci ha costretti a rivedere le nostre priorità ed ha privato moltissime famiglie degli affetti più cari. Saranno Festività diverse, sobrie, senza viaggi, senza settimane bianche, senza veglioni, cenoni e festoni, con un pensiero rivolto a chi non c’è più e a chi ancora sta peggio.

E allora cercherò nel mio cuore ciò che conta realmente, ciò che mi unisce a chi amo, ciò che è davvero indispensabile. Questo è un momento storico in cui c’è bisogno di una faticosa ricostruzione: dei legami, dei fondamenti del lavoro, dell’educazione, delle istituzioni; molte cose sono state rotte e devono essere guarite. Spero che le nostre vite diventino come dei bellissimi Kintsugi: prima fratturate dal virus e poi aggiustate dalla nostra capacità di adattamento; spero possano diventare ancor più belle e preziose. Magari proprio grazie al virus scopriremo il vero senso del Natale: una parentesi più intima per ritrovare noi stessi e vivere la grande speranza che viene dalla nascita, in uno scenario diverso, con le nostre esistenze cambiate dalla pandemia.
Bisogna ricordarsi che Natale rappresenta un evento straordinario: è la celebrazione della vita e dovrebbe far dimenticare ogni odio e violenza, nutrire solo buoni sentimenti (passione, amore, carità, compassione, solidarietà); è anche la speranza di un nuovo domani che aleggia nell’aria nel mese più buio dell’anno e che nei giorni dopo il Solstizio esplode in festa. Io penso che Natale sia il bisogno atavico, che abbiamo inciso nel dna, di tirare un sospiro di sollievo perché il sole non si è fermato nel punto più lontano e per questo avremo ancora luce e calore: VITA!
Il Natale è l’amore in azione.
Ogni volta che amiamo,
ogni volta che doniamo,
è Natale.
(Dale Evans Rogers)
BUON NATALE A TUTTI, salute, gioia e autostima!
4 risposte su “il 2020 e il Natale alternativo”
Mi piace molto la tua frase finale: Io penso che Natale sia il bisogno atavico …Forse avevamo bisogno di un periodo così buio per riscoprire la lucentezza della vita. Grazie delle belle parole e tanti auguri di serenità e calore.
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Grazie di leggermi! auguri anche a te, le parole arrivano dal cuore e dai discorsi delle persone che mi circondano. Ho raccolto un po’ di pensieri sparsi e li ho riuniti! ❤
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Hai ragione, bisogna prendere sempre il lato positivo delle cose, degli eventi, così da riuscire a trarne valori, felicità ecc. L’esempio del Kintsugi è meraviglioso. Dovremmo applicarlo sempre nella nostra vita, affinché le fratture possano essere riparate e andare avanti, magari non come un vaso nuovo di zecca ma, sempre pronto ad essere riempito di vita. Ciao Sabrina…sempre bello leggere i tuoi articoli.
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Grazie Imm’Enzo… Io sono una grande estumatrice del guardare le cose da tutti i punti di vista. Qualcosa di buono si trova SEMPRE. E poi il KINTSUGI mi ha innamorata, trovo che sia una filosofia utile da applicare al quotidiano! ❤️
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