Louise Glück è una poetessa statunitense nata a New York nel 1943, da genitori di origine ungherese. Nel 2003 ha ricevuto una delle massime onorificenze americane in campo culturale, ovvero la nomina a “Poeta laureato” conferitale dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Le sue poesie non sono molto note in Italia, ma esiste la traduzione di una delle sue prime raccolte, L’iris selvatico (edizioni Giano, 2003), raccolta che nel 1993 ha vinto un altro prestigioso premio statunitense, il Pulitzer. E poche settimane fa ha vinto anche il Nobel per la letteratura. Le motivazioni dell’Accademia Svedese per questa assegnazione sono un riconoscimento a “la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale“

Su YouTube si trovano alcune sue interviste e letture (in inglese), e da poco tempo anche qualche lettura in italiano.
Louise Glück, Nostos
There was an apple tree in the yard —
Louise Glück, Meadowlands, Harper Collins, New York 1996
this would have been
forty years ago — behind,
only meadows. Drifts
of crocus in the damp grass.
I stood at that window:
late April. Spring
flowers in the neighbor’s yard.
How many times, really, did the tree
flower on my birthday,
the exact day, not
before, not after? Substitution
of the immutable
for the shifting, the evolving.
Substitution of the image
for relentless earth. What
do I know of this place,
the role of the tree for decades
taken by a bonsai, voices
rising from the tennis courts —
Fields. Smell of the tall grass, new cut.
As one expects of a lyric poet.
We look at the world once, in childhood.
The rest is memory.
Ho scelto tra le poesie che ho letto, poche invero, questa dal titolo “NOSTOS”, le motivazioni sono svariate, le tematiche amate dall’autrice sono quelle che amo: la memoria, il mito, il ritorno. L’autrice cerca l’idea universale partendo dalla sua esperienza più intima e per fare questo percorso si ispira ai miti classici anche a me tanto cari: nelle sue liriche si ritrovano eroi maschili quali Achille e Patroclo, ma anche le voci femminili di eroine come Didone, Persefone ed Euridice. “Gli abbandonati, i puniti, i traditi” –
La Glück per il titolo di questa intensa poesia utilizza la parola greca “nostos” (greco antico : νόστος), che significa tornare a casa. Attraverso l’occhio della mente (il ricordo), pensa ad un albero di melo che era nel cortile di casa sua circa quarant’anni prima, ripensa ai prati dietro l’albero, al croco nell’erba ed ai fiori primaverili nel cortile del suo vicino. Dopo si domanda se l’albero sia effettivamente fiorito o meno il giorno del suo compleanno come ricorda lei ed afferma:
“L’immutabile al posto
di ciò che si muove, di ciò che evolve. L’immagine al posto
della terra inarrestabile”
ed alla fine capisce che:
“Guardiamo il mondo una volta, durante l’infanzia. Il resto è memoria. “
Ciò che credevamo vero, che sapevamo essere vero, è stato irrevocabilmente alterato dal tempo; e gli inesorabili cambiamenti che hanno avuto luogo sono il mutamento, l’evoluzione, la terra implacabile. Ciò che resta è il nostos, il nostro ricordo di casa e il sentimento nostalgico che arriva quando torniamo a casa. Ma la verità? Ah, è legata alla memoria.

Nostos, tradotta in italiano:
C’era un melo nel cortile –
Luoise Glück, traduzione C.Giunta
saranno forse
quarant’anni fa – dietro,
solo prati. Ciuffi
di croco nell’erba umida.
Stavo a quella finestra:
fine aprile. Fiori di primavera
nel cortile del vicino.
Quante volte, davvero, l’albero
è fiorito nel giorno del mio compleanno,
il giorno esatto, non
prima, non dopo? L’immutabile al posto
di ciò che si muove, di ciò che evolve.
L’immagine al posto
della terra inarrestabile. Che cosa
so di questo luogo,
il ruolo dell’albero per decenni
preso da un bonsai, voci
che vengono dai campi da tennis –
Terreni. L’odore dell’erba alta, tagliata di fresco.
Quello che uno si aspetta da un poeta lirico.
Guardiamo il mondo una volta, da piccoli.
Il resto è memoria.
PER APPROFONDIRE: