Non sono un’appassionata di Francesco Guccini, ma amo alcune sue canzoni, trovo siano delle storie semplici, vere, reali, possibili. Lo ascolto da sempre, merito di mio padre che riconosceva la forza e la bellezza dei suoi testi. Papà nel 1978 mi portò ad un suo concerto ( a Villafranca di Verona ) e quella fu per me, allora undicenne, un’avventura affascinante: da poco avevo iniziato un corso di chitarra e con la classe stavamo preparando proprio la canzone di Guccini IL VECCHIO E IL BAMBINO per il saggio finale ( un brano cui sono molto legata e che ancora canticchio spesso tra me e me quando sono sola, ha un’azione tranquillante e rasserenante, meglio della valeriana o della camomilla, nonostante l’argomento di cui tratta )!
Guccini ovviamente lo conosco anche per altre canzoni iconiche, legate a particolari momenti storici. Casualmente pochi giorni fa ho sentito, anzi sarebbe meglio dire ri-sentito VORREI, una dichiarazione d’amore di Guccini, tenera e intima; diversa dal suo solito modo di cantare una donna e l’amore, una specie di poesia euforica, probabile e reale.
L’ho trovata bellissima ed in balia della curiosità ho googlato e scoperto che è dedicata alla sua seconda moglie.

In questo momento in cui sono libera dall’amore per un uomo, il mio pensiero è sciolto ed il mio cuore accogliente, ho capito che mi piacerebbe provare delle emozioni come quelle descritte da Guccini. Il testo di VORREI è delicato, un po’ nostalgico, semplice e verosimile; ci ho sentito la curiosità, il desiderio, la passione, la voglia di condividere anche le cose piccole e banali.
“perchè non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei”
Sembra una frase da adolescenti, ma credo siano i pensieri degli innamorati di ogni età, propri della fase dell’innamoramento. Praticamente l’autore afferma di ESSERE, solamente quando è insieme alla sua amata. Beh su questa affermazione avrei qualche dubbio, però da innamorati è bello pensarla così!
VORREI descrive e racconta l’amore della porta accanto, l’amore quotidiano, non quello delle favole; è un amore che ti permette comunque di vivere ogni giorno nella sua unicità, senza paura del futuro e senza pianificare il dopo, un amore “hic et nunc” ma che allo stesso tempo fa sperare in una condivisione senza soluzione di continuità.

L’ho ascoltata anche nella versione arrangiata da Mauro Pagani e interpretata da Brunori Sas (che nemmeno sapevo chi fosse, ahimè); fa parte di un album omaggio al maestro, in cui molte voci italiane propongono a modo loro un pezzo di Guccini arrangiato dal maestro Pagani; l’album si intitola NOTE DI VIAGGIO capitolo 1 e so che è uscito anche il capitolo 2!
Guccini, parlando di VORREI, in un’intervista disse:
“È un pezzo complicato che nasce in dieci anni. È l’unica canzone che ha richiesto così tanto tempo, perché io in genere scrivo in una notte, al massimo finivo il giorno successivo. Vorrei mi ha impegnato molto, la storia la conoscono tutti, è una dedica a mia moglie che mi ha fatto scontare la canzone: è voluta tornare in tutti i luoghi citati, da Barcellona a Istanbul. Lo sapevo. Però ne sono fiero. È un gran bel pezzo.“
Vorrei
Vorrei conoscer l’odore del tuo paese
Camminare di casa nel tuo giardino
Respirare nell’aria sale e maggese
Gli aromi della tua salvia e del rosmarino
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
Parlando con me del tempo e dei giorni andati
Vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero
Come se amici fossimo sempre stati
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
E i ciuffi di parietaria attaccati ai muri
Le strisce delle lumache nei loro gusci
Capire tutti gli sguardi dietro agli scuriE lo vorrei
Perché non sono quando non ci sei
E resto solo coi pensieri miei ed ioVorrei con te da solo sempre viaggiare
Scoprire quello che intorno c’è da scoprire
Per raccontarti e poi farmi raccontare
Il senso d’un rabbuiarsi o del tuo gioire
Vorrei tornare nei posti dove son stato
Spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
E per farmi da te spiegare cos’è cambiato
E quale sapore nuovo abbia l’universo
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
O il mare di una remota spiaggia cubana
O un greppe dell’Appennino dove risuona
Fra gli alberi un’usata e semplice tramontana
E lo vorrei
Perché non sono quando non ci sei
E resto solo coi pensieri miei ed ioVorrei restare per sempre in un posto solo
Per ascoltare il suono del tuo parlare
E guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
Impliciti dentro al semplice tuo camminare
E restare in silenzio al suono della tua voce
O parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
Dimenticando il tempo troppo veloce
O nascondere in due sciocchezze che son commosso
Vorrei cantare il canto delle tue mani
Giocare con te un eterno gioco proibito
Che l’oggi restasse oggi senza domani
O domani potesse tendere all’infinitoE lo vorrei
Perché non sono quando non ci sei
E resto solo coi pensieri miei ed iodi Francesco Guccini
Dedico queste parole agli innamorati di ogni età, con l’augurio che abbiano sempre queste voglie…