Acquafresca è un posto in cui si sta bene, fronte lago, con lo sguardo sull’isola del Trimelone (ex polveriera durante le due guerre mondiali), su Campione del Garda e su tutte le montagne della sponda bresciana che si gettano, dirette, nel lago.
Io ci sono affezionata, prima di tutto perché si trova vicino a dove sono cresciuta e poi perché da adulta e mamma vi ho trascorso alcuni tra gli anni più belli della mia vita.

Definire Acquafresca è difficile, perché non esiste una parola in grado di descrivere un luogo dall’atmosfera così accogliente, informale, leggera e spensierata.
Chi frequenta Acquafresca ama, oltre allo sport, anche la semplicità, l’amicizia, la compagnia e la convivialità! Quanti atleti sono passati di qui, quanti ragazzini hanno imparato i primi rudimenti della vela, del kite, dello judo, del sup, della canoa; quanti si sono ritrovati per fare raduni, allenamenti, regate, gite in barca a vela!
Da sempre il bar annesso al circolo (il bar della polisportiva Fior D’olivo) è punto di incontro per adulti e piccini; ci si sta bene, si può bere qualcosa, chiacchierare all’ombra dell’ultimo sole, fare colazione prima di uscire in kite, fare merenda prima di un allenamento in barca, ricaricarsi dopo un pomeriggio a pagaiare col Sup, si può mangiare qualcosa, e quel “qualcosa” ha il sapore buono dei piatti cucinati con amore.
Un paio di settimane or sono, Giulia e Thomas, storiche ed istrioniche anime di X-KITE (associazione che ha base proprio ad Acquafresca) hanno organizzato una serata di “Magia”.

Dopo anni di lontananza (mia) non ho potuto frenare la voglia di rivedere vecchi e nuovi amici e quindi sono scesa ad Assenza per il “Magic Sciò” di Alberto.

La sala esterna del “bar di Acquafresca” era gremita di gente sorridente; tutti erano divertiti dalle performance del Mago e coccolati dai manicaretti preparati dalla cucina. Quella sera tra le altre cose il menù prevedeva insalata di polpo, lasagne al forno, pasta al ragù e ad un certo punto è arrivato quasi a sorpresa il “risotto al tastasal”.
Mi è piaciuto tornare lì, mi è piaciuto anche ricordare aneddoti del passato e rivedere tante belle facce di persone che non vedevo da anni. Ho passeggiato un po’ lungo il lago, e tante emozioni sono riaffiorate, ho rivisto lo “scoglio del pianto” un posto dove mi rifugiavo a piangere quando ero triste, ho sbirciato all’interno degli spogliatoi (chiusi causa covid) che in passato mi avevano regalato tante “visioni”; e poi ho ammirato il tramonto, lo stesso che per anni ho atteso ogni sera!

La serata è stata divertente ed Alberto il Mago straordinario come sempre. Ha coinvolto adulti e bambini, ha catturato l’attenzione e la simpatia dei soci. Il Mago è un vero personaggio: è Toscano e questo significa già molto. Ci si conosce dal 2003, quando io gestivo proprio quel “bar” di Acquafresca; lui, io e gli stanziali del “circolo” siamo diventati subito amici, e negli anni abbiamo sempre seguito le sue svariate avventure: oltre ad essere “mago” e professore di educazione fisica al liceo, Alberto è anche un mattatore, amante del teatro e sperimentatore.
In più il “mago” è un fanatico del vento e degli aquiloni tanto da diventare campione del mondo di aquiloni statici, nel 1990 in Cina; ogni volta che “mette in cielo” un aquilone è come se facesse un incantesimo. Ma non è finita, Albe adora anche costruire mezzi di trasporto alternativi, tipo slitte trainate da kite e carretti trainati da vele ( i buggy per i più ferrati).
Credo che tutta questa creatività ce l’abbia in dotazione di serie, credo proprio sia un fattore genetico, difatti la sua mamma in gioventù è stata una trapezista del circo, proviene da una famiglia di circensi e come ama dire lui:
“da piccina non giocava con le bambole ma stava appesa a testa in giù”.
Ma la cosa più importante e degna di nota è che proprio a lui devo il mio meraviglioso nickname: se mi soprannominano Cucciolodiruspa è esclusivamente merito suo!
Grande Alberto, meravigliosa Acquafresca!

Un grande grazie a Paolo P. che ha scattato dove io non sarei mai arrivata!