Mi piace Timothèe Chalamet, molto.
Tra i film in cui ha recitato ho visto anche Call me by your name, un film che mi è piaciuto direi abbastanza. Ottima la regia di Guadagnino, ineccepibile la sceneggiatura di James Ivory e perfetta la fotografia: in ogni fotogramma si respirava l’Italia, con il bar di paese ed i pensionati, le strade di campagna, il monumento ai caduti nel centro della piazza, i discorsi in dialetto.

La colonna sonora poi mi ha restituito attimi di giovinezza e di sensualità. Il monologo del padre di Elio, sul sofà è una lezione di pedagogia straordinaria, che ho ascoltato e ri-ascoltato e poi letto e ri-riletto ed ho provato per lui una grande simpatia, nel senso greco del termine. Vorrei essere in grado di dire le stesse cose ai miei figli, di “non uccidere dolore e tristezza al pari della gioia”, e di non sprecare i sentimenti sforzandosi di non provare qualcosa.

Se non bastasse tutto questo, in più questo film mi ha fatto scoprire un’artista che non conoscevo: Antonia Pozzi.
Donna, Italiana, vissuta negli anni ’30, acuta, colta, intelligente, gentile, originale, intensa, altruista. Amante della natura e dell’umanità. Poetessa e fotografa, Morta suicida a 26 anni.

MERIGGIO
In questa doratura di sole
io sono
una gemma pelosa
legata crudelmente con un filo di refe
perché non possa sbocciare
a bagnarsi di luce.
Accanto a me tu sei
una freschezza riposante d’erba
in cui vorrei affondare
perdutamente
per sfrangiarmi anch’io
in un ebbro ciuffo di verde –
per gettare in radici sottili
il mio più acuto spasimo
ed immedesimarmi con la terra.
Antonia Pozzi,
Milano, 19 aprile 1929
CUCCIOLODiRUSPA legge la poesia
Una risposta su “meriggio”
❤️ grazie per avermi fatto conoscere un’artista che mi era ignota.
Leggere i tuoi post è prendersi un briciolo di tempo per sé
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