La Calabria tenta di baciare la Sicilia, non ci riesce, ma le fa una corte serrata, da secoli! Però qualcuno mi ha detto che si baciano di nascosto, sott’acqua!
Non ho mai soggiornato in Calabria “da turista”, sono sempre stata ospite di amici, quindi ho respirato e goduto, in modo spontaneo e senza alcun filtro, il fantastico senso dell’ospitalità del sud.
La Calabria è una terra bellissima, i Calabresi sono un popolo fiero e generoso, con un grande amore per le tradizioni e per la famiglia; atterrare a Lamezia, per me è sempre una specie di “ritorno a casa”, mia madre dice che è perché parte dei suoi antenati provengono proprio dalla Piana di Gioia Tauro.
Mi piace scendere nella bella Calabria e sentirmi ogni volta la benvenuta, amo lo spirito di accoglienza ed il rispetto per il valore dell’amicizia; adoro la lentezza del trascorrere del tempo, senza frenesia e corse inutili; quando posso volare in Calabria sono certa di trovare bellezza immutabile e tanta serenità.
Anche la toponomastica è straordinaria, mi fa sempre sorridere viaggiare in auto e leggere la segnaletica stradale; tutte le volte sogno di vivere in uno di quei paesi dal nome così bello: tipo Amantea, Mammola, Gioiosa Ionica, Ardore, Diamante, Benestare, Cerva, Cicala, Carolei. Non li ho mai visitati, ma hanno dei nomi favolosi.
La Calabria è antica e vecchia, ma nel senso nobile della parola; è vecchia in quanto ricca di storia, di conoscenza, di riti, di folklore, di linguaggi. E’ una regione in cui il cibo è sacro, non ho mai mangiato male: si fa ancora il pane cotto nel forno a legna, si usano agli ortaggi coltivati negli orti di casa per cucinare sughi e contorni saporiti, e spesso capita che ci si scambi leccornie di casa in casa, dei “baratti” squisiti ed appetitosi. Io vado matta per le zeppole ( adoro quelle con l’acciuga ) ed ho mangiato lo stocco cucinato in almeno 5 modi diversi; in qualunque casa si può trovare la piccante ‘nduja, il capicollo, la provola ed altri formaggi deliziosi. Ho sentito tanto lodare la famosa “struncatura” ma per ora ho potuto assaggiarla solo col desiderio; imm’Enzo però ha promesso di cucinarla per me “la prossima volta”.

Non posso non fare un accenno a Tropea, la perla del Tirreno, divisa in due parti: la parte superiore con l’abitato e quella inferiore con il porto e la marina. Il centro storico cade a strapiombo su un mare cristallino, azzurro che più azzurro di quello non ho mai visto; ci sono poi scorci suggestivi, ad esempio la balconata di Corso Vittorio Emanuele e poi piazzette, negozi di antiquariato e souvenir e l’immancabile cipolla rossa che adorna i balconi delle case.

Un altro posto che mi ha colpito il cuore è Scilla, forse per rimembranze liceali, ma soprattutto per la meravigliosa luce e atmosfera che vi si gode. Omero raccontava come i naviganti si tenessero a distanza dalla rupe di Scilla, terrorizzati dalla presenza del mitico e orripilante mostro che ha dato il suo nome alla pittoresca piccola città.

Il centro è sovrastato dal Castello e passeggiando si incontrano alcune chiesette medievali; inevitabile passare per Chianalea, lo straordinario quartiere dei pescatori così suggestivo e fuori dal tempo; è impossibile non fare foto alle barchette colorate ed alle casette affacciate sul mare.

Ci sarebbero tantissime cose da raccontare sulla Calabria, ho acquistato alcuni libri che parlano della sua storia, delle tradizioni e dei dialetti; è una regione così ricca e vetusta. C’è un’area nella parte più meridionale della Calabria, che custodisce in sé preziose pagine di storia e cultura. I paesi di questa zona, chiamata area Grecanica, sono posti ad alcuni km dalla costa, per lo più arrampicati su alture una volta difficilmente accessibili; essi sono testimoni di una civiltà antichissima, quella greca. In questi luoghi si parla ancora il Grecanico, l’affascinante lingua greco-calabra.

Spesso la Calabria si presenta con terreni aridi, a tratti ravvivati dal verde della macchia mediterranea odorosa, lungo le strade, nella stagione invernale si vedono alberi di agrumi carichi di frutti profumati e succosi, oppure i fichi d’India, ed anche il finocchio selvatico. E poi orti, giganteschi campi di ortaggi, ed uliveti vigneti così belli che ogni volta penso a “il sogno di Maria” .
Volammo davvero sopra le case,
oltre i cancelli, gli orti, le strade,
poi scivolammo tra valli fiorite
dove all’ulivo si abbraccia la vite.
Fabrizio De Andrè

Questa è anche la terra dove cresce il bergamotto, un frutto commestibile come la maggior parte degli altri “citrus”, che però non si mangia ma viene usato per estrarre dalla buccia un olio essenziale molto profumato ed apprezzato dai profumieri di tutto il mondo.
Grazie alle mie “super amicizie”, ho scoperto un gruppo musicale straordinario: i Re Niliu; essi sono attivi dal 1979, hanno registrato 5 album e sono presenti in svariate compilation di world music; i loro dischi sono tutti veramente belli, ma il mio preferito è In a cosmic ear uscito nel 2015, conosco tutte le canzoni a memoria; quando scendo in Calabria lo porto sempre con me e, non appena ritiro la mia auto a noleggio, lo infilo nel lettore CD e canto a squarciagola

Il mio Amico imm’Enzo, che ama la sua terra, onestamente, senza edulcorare la situazione generale, ne vede pregi e difetti (dalle meravigliose foto che mi ha prestato si percepisce tutto il suo amore) mi ha fatto sorridere spesso raccontandomi una battuta di Rocco Barbaro:
“…quando torno a Reggio mi piace fare una passeggiata sulla via Marina, un posto dove si vede la cosa più bella della Calabria: la Sicilia!”

Scherzi a parte, è una terra piena di magia e di sfaccettature, cantata e decantata da poeti e scrittori fin dai tempi più remoti.
„Come non essere certi dell’esistenza di Dio quando dall’alto delle coste di Palmi si vede tramontare il sole nel mare di Sicilia? Scene simili si presentano ogni giorno ai miei occhi ed ogni giorno mi provocano un’emozione nuova!“
Astolphe de Custine, scrittore francese 1790 – 1857, Lettere dalla Calabria

PS1: LA CIPOLLA DI TROPEA: a chi interessasse un po’ di curiosità!
La regina delle ‘gigliacee’, pochi lo sanno, è la cipolla rossa e dolce delle terre di Tropea. Eminenti dietologi sostengono, da molto tempo, che tale pianta erbacea, quasi rara, la quale sopravvive da oltre duemila anni e sembra essere di importazione fenicia, possiede qualità miracolose per la salute: molto nota è la sua azione diuretica se consumata cruda; contiene notevoli proprietà antibiotiche, fa bene al cuore ed alle arterie, cura i reumatismi cronici, è importante nel trattamento dell’obesità e le si riconoscono incredibili proprietà energetiche per coloro che denunciano scarsa virilità! Di cipolle ne esistono 48 qualità, tutte, più o meno, ricche di sali minerali, con modesti contenuti di vitamine e con valore alimentare di calorie che varia da 20 a 35, ma la qualità “tropea” (‘Tonda’ e ‘Lunga’), si differenzia perché è dolce, di colore bianco nel nucleo centrale, che poi passa al lilla sbiadito nelle pareti esterne e il cui bulbo è costituito da tante tuniche sovrapposte e carnose, ricoperte esternamente da squame finissime e secche. Il comprensorio di Tropea dedica alla coltivazione di questo prodotto circa 300 ettari di terreno con una produzione media di 60 mila quintali annui. Tutto il processo di lavorazione è una vera cerimonia nuziale con la natura per generare, tramandare e difendere quell’alleanza antica proposta dal poeta satirico latino Giovenale, che pregava gli dei di avere una “mens sana in corpore sano”; una tradizione ancora presente in terra di Calabria, per condividerla con chi ha voglia di riappropriarsi della propria salute e dei sentimenti della buona cucina. A Tropea la cipolla è… come il prezzemolo nelle minestre: le casalinghe e tutti i ristoranti la preparano nelle insalate, nei condimenti, al forno, bollita, fritta, nella zuppa di pesce e con varie qualità di pasta.
Bruno Cimino
Ringrazio di cuore il mio carissimo Amico Vincenzo imm’Enzo Tropepe per avermi prestato queste foto vivaci e meravigliose!
5 risposte su ““καλώς καλαβρία”, bella Calabria!”
Prossimo viaggio Calabria, i miei antenati mi attendono!
PS. Il bergamotto nella spremuta d’arancia e pompelmo è buonissimo. Ma per noi polentoni è come trovare e acquistare il tartufo bianco.
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Sei la prova, qualora ce ne fosse bisogno, che la Calabria la descrivi bene solo se la vuoi conoscere DAVVERO, accogliendo la sua anima senza pregiudizi, con amore. E Lei accoglierà te. Grazie per aver regalato un nuovo sguardo anche a me che LA e CI vivo da sempre.
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Grazie cara Rosaria, vivi ed abiti una terra STRAORDINARIA…. ❤
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Che posto è qulleo della prima foto ❤️.?
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La foto di “copertina” è Tropea!!
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