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Sapori (ricordi e desideri)

le parole contano

Le parole contano, eccome se contano, ed io, da sempre gran chiacchierona e grafomane lo so bene.

Ho invitato un’amica a cena, da tanti anni ci conosciamo, tantissimi, ma un po’ per timidezza, un po’ per insicurezza e forse anche per pigrizia, non le ho mai fatto vedere dove vivo; volevo riuscire ad avere la casa in ordine, prima di invitarla, poi ho desistito e me ne sono fregata ( è uscita la ruspa ruspante che è in me accompagnata da un barlume di razionalità: ma quando mai avrò la casa in ordine??? )

Durante la cena super easy, con un sottofondo musicale variegato ( la Playlist di Mad Men su Spotify da Miles Davis a Chubby Checker ) abbiamo spolverato un po’ di ricordi comuni; si sa le donne quando si incontrano e si mettono a conversare il tempo vola, in ogni senso, vola anche all’indietro. 

Ci conosciamo da 27 anni lei ed io,

e

“… ci siamo viste crescere come madri ma soprattutto come donne innamorate della vita e del creato…”.

La mia valigia delle lettere era lì, in bella mostra sul pavimento, aperta e traboccante di posta che da sempre conservo. E’ un contenitore importante, testimone di avvenimenti, amicizie, simpatie; ho verificato che contiene poche lettere d’amore, e moltissima corrispondenza tra amiche o pen friends; le pen friends erano di moda quando ero scolaretta, insomma… “ai miei tempi” oltre quarant’anni fa. 

CUCCIOLODiRUSPA | La mia valigia di lettere

Amavo tornare a casa da scuola ed aprire la cassetta delle lettere, cercare, tra le bollette e le pubblicità, una busta scritta a mano che contenesse racconti di un mondo diverso dal mio; un mondo lontano, che ero curiosa e ghiotta di conoscere. 

Leggere una lettera di un adolescente comune (non una missiva scritta da Leopardi) era come leggere una breve novella o seguire un episodio di un un romanzo a puntate, quelli che davano alla radio, anni ed annorum or sono: si aspettava la puntata successiva con ansia e trepidazione, per “sapere” qualcosa di più. Un po’ come adesso quando si aspetta la nuova stagione di una serie televisiva, tipo G.O.T, La Casa de Carta o Un posto al sole! A pensarci bene, prima dei tele-romanzi o dei radio-romanzi, ci fu il periodo dei romanzi epistolari, nati probabilmente da altre valigie piene di lettere.

Caspita, avrei potuto essere una giovane Werther o un Jacopo Ortis femmina, o Maria, la capinera del Verga!

In quella valigia intrecciata ci sono oltre quarant’anni di consonanti, sillabe, vocali, dittonghi, errori, citazioni, sentimenti, lacrime, dolori, gioie. 

C’è una vita.

CUCCIOLODiRUSPA | Home sweet home

Dicevo alla mia amica che leggere quelle parole adesso è un po’ come tornare indietro senza l’aiuto della DeLorean o del fulmine! Le lettere, come amo ripetere da sempre, possiedono un fascino ed un’ allure che le mail ed i messaggi letti su uno schermo non hanno minimamente.

Dalla calligrafia si percepisce lo stato d’animo di chi scrive, la passione, l’amore, la curiosità. La carta suona, emette un fruscio mentre la si regge tra le dita, profuma anche, profuma di vita e di pensieri. Chi è stato da me amato, sia in senso amoroso che affettivo o amicale, ha certamente ricevuto qualche mia missiva. Ora sono anagraficamente adulta, ma anche adesso ho una grande attrazione verso le lettere, soprattutto le lettere d’amore: penso siano seduttive, dense di pathos ed impregnate di desideri, promesse e sogni.

Penso che chi si prenda la briga di scrivere “a mano” una lettera o un biglietto, dimostri grande attenzione ed affetto; una persona che agisca così in me provoca la stessa emozione di una carezza al cuore.

Mi pento di non aver conservato le “brutte copie” di tutte e lettere che ho scritto e poi inviato o messo nella tasca della giacca di qualche amore. Mi pento un po’ perché mi piacerebbe riuscire a ricordare cosa avessi nella testa e nel cuore in quel momento ed un po’ per ricordare cosa volessi comunicare in quei giorni.

Aprire quella valigia ha riportato alla ribalta persone che avevo scordato, nomi, luoghi, fatti della vita che ho vissuto e che per forza di cose non fanno più parte della mia quotidianità.

Mi piacerebbe tanto ricevere una lettera, anche da qualcuno che non conosco ma che abbia voglia di dire, raccontare, condividere.

Ma la vorrei scritta con la penna!

Ti scrivo una lunga lettera perché non ho il tempo di scriverne una breve

(B.Pascal)

CUCCIOLODiRUSPA | Cucciolodiruspa Samurai

9 risposte su “le parole contano”

Concordo: una lettera scritta a mano è uno dei doni più belli, indipendentemente dal suo contenuto. L’anno scorso ho trovato in soffitta una cartellina con alcune lettere di 40 e più anni fa, un tuffo nel passato, più reale di qualsiasi ricordo rimaneggiato dalla mente… grazie cucciolodiruspa per aver affrontato questo argomento! A proposito di bruttecopie: conservo e custodisco le malecopie di tutte le lettere scritte ai miei figli …..

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Cara Alessandra, con calma sto affrontando decine di lettere della mia adolescenza. Le lettere da mamma sono scritte sui diari, conservo i diari con pari affetto! Come ben dicevano gli antichi “verba volant…scripta manent”!! grazie.

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Ci sono bellissime lettere scritte a mano, eppure ci sono lettere scritte a mano che mi hanno “spaventata”, messo ansia, perchè quell’attenzione e quell’affetto a volte non riesci a ricambiarli, ma quella “briga” ricevuta ti sta proprio chiedendo la stessa attenzione e lo stesso affetto, no? A te non è mai capitato? Bello leggerti, anche da qui.

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E’ capitato anche a me, cara Missoko. Più volte. Ho provato imbarazzo, senso di impotenza, fastidio e poi anche senso di colpa. Col passare del tempo, ho provato anche tenerezza verso chi ha tentato di colpire la mia attenzione e forse anche il mio cuore.. Un abbraccio

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[…] Il progresso tecnologico quindi ha fatto bene anche alla scrittura. Io, grazie ad Internet, ho scoperto il piacere di condividere ciò che scrivo. In passato scrivevo su diari o su fogli di carta che spessissimo inviavo ad amici, parenti, amanti ed amori. Ne ho scritte di lettere e ne ho ricevute anche, tante. Le conservo in una vecchia valigia in legno intrecciato, perché le parole contano! […]

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